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FilmUP Forum Index > Cinema > Tutto Cinema > Perchè Marienbad odia Kubrick   
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Autore Perchè Marienbad odia Kubrick
Quilty

Reg.: 10 Ott 2001
Messaggi: 7637
Da: milano (MI)
Inviato: 09-10-2006 13:19  
quote:
In data 2006-10-09 00:52, alessio984 scrive:
Però Ghezzi metteva in luce gli innumerevoli sottotesti che scaturiscono dal cinema di Kubrick e da ogni singola inquadratura di ogni suo film. Troviamo quindi anche qui un altro punto in cui Ghezzi e Pirolini non sono d’accordo: il secondo afferma infatti che ogn inquadratura dice ciò che è più evidente senza che alcun particolare o soluzione linguistica aggiunga nulla di nuovo al testo narrativo. Il caro Enrico invece mette in luce appunto, tutte le varie ipotesi che da un’inqudratura possono scaturire (e le conosciamo tutti ormai: basti pensare alle infinite letture che sono state fatte di 2001 e SHINING).
Trovo quindi le tesi di Pirolini facilmente smontabili.


_________________



Ho qui il libro di Ghezzi: il fatto è che i sottotesti e tutte le interpretazioni che ricava non provengono da quella semantica determinata dal mezzo cinematografico - al contrario dell'analisi di Pirolini che si basa su questo - ma da elementi che Kubrick inserisce al di là della regia (elementi con cui riempie la scena ma che non riguardano il lato filmico: Ghezzi per esempio nella sezione di Arancia Meccanica parla della musica ,della scenografia, dei colori, della trama del film -che è tratta da un libro - e sono tutti elementi con cui, per usare le parole di Pirolini, Kubrick carica la scena di significato , ma tale sottotesto lo si ricava dall'immagine stessa e non da una soluzione di regia.
Se è per le parole di Ghezzi e la sua analisi, questa non fa altro che confermare la tesi del critico riportato, ovvero "Al pari di tutte le componenti del film e di tutti i codici che Kubrick coinvolge (musica e pittura in primis) , anche quello cinematografico diventa per il regista un semplice mezzo con cui caricare di espressività il racconto, un modo per fornire maggiore pregnanza al significato e non per “produrlo” nel senso ejzenstejniano del termine."



[ Questo messaggio è stato modificato da: Quilty il 09-10-2006 alle 13:25 ]

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Tristam
ex "mattia"

Reg.: 15 Apr 2002
Messaggi: 10671
Da: genova (GE)
Inviato: 09-10-2006 13:26  
quote:
In data 2006-10-08 20:44, Quilty scrive:

Espone praticamente gli stessi concetti di Marienbad rapportandoli ad esempi concreti del cinema di Kubrick e la lettura appare all'improvviso chiara.
Finalmente sono riuscito a capire! Eureka!



Quindi in sostanza la differenza tra la felicità e la dubbiosità di Quilty dipende dalla presenza o assenza di esempi concreti. Esempi che per altro in passato non si è mai perso tempo di tirare in ballo (rileggevo casualmente e prima di cacciarmi in questo topic esempi folgoranti... e strano c'eri anche tu... dimenticato? o veniva semplicemente comodo farlo?).
Qui la questione messa in dubbio non è la chiarezza o la sua cripticità, ma per tue ammesse parole è la mancanza di scrittura che riporti alla materia concreta del film in modo che tu possa finalmente districarsi dalle nubi delle parole per vedere (e capire) finalmente di cosa si tratta.
In tutto questo parlare mi chiedo: "e quindi?"
Adesso che hai riportato uno e due post, dov'è che volevi arrivare, a esortare i pochi a inserire più esempi per gaudiare la tua lettura? O forse pretendi che quando si scriva lo si faccia solo con dvd alla mano e con precisione filologica (quindi non parlare mai dopo una prima visione al cinema)?
Qui siamo giunti alla critica della critica, che la sfiga di dio peggiore che possa accadere... in sostanza lo spettatore che fruisce il film attraverso un'analisi (qualsiasi sia la natura, con o senza esempi) non si sente soddisfatto e quindi piuttosto che proporre una controanalisi, si attacca all'analisi.
Minchia che sfiga... Scrivi di cinema una buona volta...

p.s. tra l'altro eviterò di scriverti e/o risponderti in privato da ora in poi, visto che ogni cosa di cui (stranamente) ti interessi è pensata solo per secondi fini. Prooooot e sucamelo!


edit:
e aggiungo che la tua approssimazione, basata su un sillogismo i cui termini sono da te inventati e limitati, rende ancora più sciatta la tua (già inutile) argomentazione... ma d'altronde a limitare la "realtà" sei uno dei più bravi.
Poi mi permetto di aggiungere che trovo difficile poter comparare un pezzo scritto esplicitamente per un forum (quindi senza rileggere, senza correggere, senza preoccuparsi di dover essere esaustivo e/o lungo) con uno scritto per un libro (come quello di Pirolini in cui c'è una redazione e un'attenzione diversa)...E averlo fatto rende il tutto ancora di più inutile...
Ma d'altrode aggiungere inutilità a inutilità, il risultato è sempre lo stesso.
_________________
Una minchia/sapida

[ Questo messaggio è stato modificato da: Tristam il 09-10-2006 alle 13:38 ]

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Quilty

Reg.: 10 Ott 2001
Messaggi: 7637
Da: milano (MI)
Inviato: 09-10-2006 14:18  
Ahaha! Tristam Tristam, pazienza se te la sei presa, in fondo quello che hai scritto non mi riguarda, sono solo intenzioni che attribuisci agli altri senza alcun riscontro(i miei secondi fini).

Quello che mi interessa è parlare di cinema e la questione dell'analisi criptica è solo il punto di partenza. Credo che l'analisi di Marienbad si basi su valide argomentazioni. Ho notato peraltro che in numerose discussioni (tra le quali ci sono stato anche io) molti utenti (io compreso)faticano a seguire certi argomenti e secondo me la cosa deriva da una mancanza di esempi concreti rispetto all'oggetto della discussione - per il link da me riportato è così. Almeno per quello che mi riguarda.

La critica alla critica, per definirla così, è solo un suggerimento che può essere accolto o rifiutato. E' ,tra l'altro, solo una critica al metodo e non al contenuto delle argomentazioni di Marienbad o alle tue, in quanto le teorie da voi espresse, una volta che riesco a comprenderle le condivido per molti aspetti.
Una volta che sono state afferrate ,la visione di un film diventa molto più stimolante e approfondita e si avvicina all'essenza del cinema.
Per chi scrive su un forum, ciò permette di incrementare significativamente la qualità di tutti gli interventi.

Se te la prendi perchè reputi la cosa un attacco personale ingiustificato, allora sei completamente fuori bersaglio.
In ogni caso la cosa non mi tocca minimamente,se fai l'offeso è solo un problema tuo. Io continuerò a leggere molto volentieri sia le tue analisi sia quelle di Marienbad, che trovo interessantissime e che hanno alzato di molto il livello della discussione del forum. Ogni tanto mi capita di fare una puntatina su qualche altro sito e devo dire che lo scenario è piuttosto desolante: tutti si limitano a parlare della trama, della recitazione degli attori e via dicendo. Se da queste parti si è giunti ad una percezione filmica molto più approfondita, non credo che ci siano dei dubbi riguardo al vostro contributo, direi fondamentale. Se poi non ti piace che qualcuno ti critichi nel metodo, ripeto, sono problemi tuoi e la cosa non mi interessa.
Io continuerò a farlo tutte le volte che lo riterrò opportuno. Bye!
_________________
E' una storia che è successa ieri, ma io so che è domani.

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kagemusha

Reg.: 17 Nov 2005
Messaggi: 1135
Da: roma (RM)
Inviato: 09-10-2006 14:36  
quote:
In data 2006-10-09 14:18, Quilty scrive:
Ogni tanto mi capita di fare una puntatina su qualche altro sito e devo dire che lo scenario è piuttosto desolante: tutti si limitano a parlare della trama, della recitazione degli attori e via dicendo.




per carità e che centra questa robba con il cinema??
molto meglio masturbarsi davanti ad un saggio di Deleuze

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Tristam
ex "mattia"

Reg.: 15 Apr 2002
Messaggi: 10671
Da: genova (GE)
Inviato: 09-10-2006 14:38  
Non me la prendo molto più di quanto fai te. E dovrebbe riguardarti perchè parlare di cienma non è il tuo primo intento. Tant'è che non hai detto nulla se non fatto una critica ad una critica... Insomma parlare di cinema non è fare l'analisi logica di altri pezzi, ma proporre un'analisi. E almeno che tu non sia Pirolini non lo hai fatto... come ti è già stato detto. Ma lo sai già. Se non lo sapessi saresti un imbecille.

Quindi seppure le tue argomentazioni in senso assoluto vanno bene e sono corrette la tua incapacità di proporre una discussione che potesse essere stimolante proprio in nome di una proposta civile ha mandato affanculo il topic (che pur proseguirà, anzi,,, magari la rabbia è motore primo di tutti gli interventi e quindi pur mancando l'intento hai beccato il sentimento, ma questo sanno farlo tutti) e che se fosse stato proposto in maniera diversa, più sistematica ed esplicativa, avrebbe riscosso simpatia (ahahah)... Fazioso e sempre inutile, però simpatico...

_________________
Una minchia/sapida

[ Questo messaggio è stato modificato da: Tristam il 09-10-2006 alle 14:39 ]

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Quilty

Reg.: 10 Ott 2001
Messaggi: 7637
Da: milano (MI)
Inviato: 09-10-2006 14:52  
quote:
In data 2006-10-09 14:38, Tristam scrive:
Non me la prendo molto più di quanto fai te.


Che bugiardo. Però simpatico,anche se non mi scriverai più messaggi (dio mio, stanotte non ci dormirò sopra!).

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Tristam
ex "mattia"

Reg.: 15 Apr 2002
Messaggi: 10671
Da: genova (GE)
Inviato: 09-10-2006 15:44  
Dai non fare il bambino ora.
Torna a scrivere di cine-cinema. Lì sei più bravo.

_________________
"C'è una sola cosa che prendo sul serio qui, e cioè l'impegno che ho dato a xxxxxxxx e a cercare di farlo nel miglior modo possibile"

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AlZayd

Reg.: 30 Ott 2003
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Da: roma (RM)
Inviato: 09-10-2006 16:44  
I film di Kubrick sono perle rare di un'unica, preziosa collana. Perle naturali, non d'allevamento, dunque (apparentemente, ma necessariamente direi) diseguali nella forma.

K. appartiene al quella categoria di registi della riconoscibilità e ricorsività di stile, tecniche, linguaggi, allegorie, significati, filosofie.., che possa o meno piacere, a me piace, molto. Per questo spenderò quattro parole, appena due o tre suggestioni abbozzate e frettolose, soggette ad ulteriori eventuali approfondimenti. Ma non ho tempo di scrivere saggi, nè mi interessa copia-incollare gli altrui pensieri. Mi accontento delle le mie quattro parole "pane e mortadella".

Dicevo che alla base della poetica kubrickiana, in tutti i suoi film, c'è da una parte (ma sono connatutari/compenetrati i dicotomici aspetti) la purezza ed ampiezza dello "sguardo" (overlook) del bambino che ama "giocare" (non c’è nulla di più serio e profondo di un bambino che gioca), anche crudelmente, con la vita , e dall'altra la corruzione dell'adulto "strutturato" e dilanianto dalle sue falsi ambizioni e ipocrisie. Il primo ha lo "shining", il secondo, che è quello degli "atti (bunuelianamente) mancati", ha il nero velo della morte davanti agli occhi. L'Alex di prima e dopo la "cura", con la quale lo si voleva "adulterare" (rendere adulto, per l'appunto.., rendere morto-vivente.), benchè "criminale", è il vero "eroe" della questione kubrickiana. Come lo è Marcel/Clementi, il criminale "eroe" bunueliano che pur nella sua brutalità è l'unica persona vera e viva, colui che tende all'atto erotico-amoroso autentico, anarchico, in uno scenario borghese di perversioni e di "atti mancati". Marcel è l'unico "angelo" capace di scardinare l'equilibrio ipocrita di facciata con l'"amour-fou" per la “bella di giorno”; amore e tanatos, potente, distruttivo ma anche liberatorio, da scagliare nei ristagni e nei gironi in cui si affastella quella putrefatta umanità di morti-viventi, o di vivi pur essendo morti.
Il lungo viaggio in 2001 o.n.s. - che è un'esplorare e anche un perdersi e un ritrovarsi - conduce al punto di partenza, come accade al Peer Gynt di Ibsen, ed è in quel punto del possibile "ritorno" che K. fa rinascere l'uomo a se stesso, a una nuova vita, al nuovo "occhio" - fatta tabula rasa delle mortifere ambizioni e sovrastrutture -, forte della lezione bunueliana, di quella "rasoiata" che seguita, nascostamente, a squarciare le nefaste certezze dei millantatori dell'arte e della vita.
Seppure con percorsi estetici diametralmente opposti, tra Bunel e Kubrick si rimarcano sorprendenti affinità. Entrambi i registi, nonostante le "asprezze", l'apparente distaccato cinismo con cui raccontano "entomologicamente" le loro storie, sono invero animati da una profonda Humanitas e Pietas. Sono delle buone e brave persone, come lo sono tutte le persone sincere. Ma la via della sincerità è impervia, intrigata e sofferta. Dunque, pur nelle "complicanze", entrambi gli autori sono portatori di messaggi semplici, ed insieme articolati, stratificati, mai scontati, alla portata di pochi e di tutti. Il segreto (della sincerità di quei cinema) è nella semplicità che è più complessa e faticosa da dire e da cogliere delle masturbazioni dei parolai che amano vanamente complicare, “adulterare”.., ciò che è schietto e sincero.
Alla portata di tutti, dicevo.., non certo del "critico" che ci ricama sopra tanto per dare un senso alla sua incapicità di "compiere l'atto" (del creare, o, più semplicemente, del vivere in pace con se stesso).

Ben vengano le riflessioni di Marien, Mattia.., o di ogni altro forumista, magari pre-logiche, da "forum", come ricordava Tristam, ma farina del proprio sacco.


[ Questo messaggio è stato modificato da: AlZayd il 09-10-2006 alle 17:07 ]

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Quilty

Reg.: 10 Ott 2001
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Da: milano (MI)
Inviato: 09-10-2006 17:10  
quote:
In data 2006-10-09 16:44, AlZayd scrive:
Dunque, pur nelle "complicanze", entrambi gli autori sono portatori di messaggi semplici, ed insieme articolati, stratificati, mai scontati, alla portata di pochi e di tutti. Il segreto (della sincerità di quei cinema) è nella semplicità che è più complessa e faticosa da dire e da cogliere delle masturbazioni dei parolai che amano vanamente complicare, “adulterare”, ciò è schietto e sincero.



Ma questi messaggi come vengono realizzati?
C'è una base comune dalla quale si dovrebbe partire per valutare un film. La base è l'analisi della messa in scena, delle inquadrature o dei movimenti di macchina, di tutto ciò che conferisce significato alla pellicola. Altrimenti rimaniamo sempre sul piano dell'immagine poetica che comunica da sè ,dell'emozione che si autogenera come se dietro non fosse stato svolto alcun lavoro per produrre quei risultati.
_________________
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AlZayd

Reg.: 30 Ott 2003
Messaggi: 8160
Da: roma (RM)
Inviato: 09-10-2006 18:20  
quote:
In data 2006-10-09 17:10, Quilty scrive:
quote:
In data 2006-10-09 16:44, AlZayd scrive:
Dunque, pur nelle "complicanze", entrambi gli autori sono portatori di messaggi semplici, ed insieme articolati, stratificati, mai scontati, alla portata di pochi e di tutti. Il segreto (della sincerità di quei cinema) è nella semplicità che è più complessa e faticosa da dire e da cogliere delle masturbazioni dei parolai che amano vanamente complicare, “adulterare”, ciò è schietto e sincero.



Ma questi messaggi come vengono realizzati?
C'è una base comune dalla quale si dovrebbe partire per valutare un film. La base è l'analisi della messa in scena, delle inquadrature o dei movimenti di macchina, di tutto ciò che conferisce significato alla pellicola. Altrimenti rimaniamo sempre sul piano dell'immagine poetica che comunica da sè ,dell'emozione che si autogenera come se dietro non fosse stato svolto alcun lavoro per produrre quei risultati.




Ti rigiro la domanda. Ne possiamo parlare, intanto avevo accennato ad alcuni aspetti che riguardano la ricorsività del cinema di K., dei suoi contenuti. Il che non significa fondare la cosa sulle semplici emozioni come tu invano asserisci. Intanto, nel mio piccolo, e l'ho già specificato che si tratta di una cosa da approfondire, ci ho provato a mettere la prima pietruzza, tu seguiti a non dire nulla portanto come argomentazioni delle disanime altrui sulle quali, come già detto, non intendo confrontarmi. Voglio leggere le parole novelle dei forumisti.
_________________
"Bisogna prendere il veleno come veleno e il cinema come cinema" - L. Buñuel

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Quilty

Reg.: 10 Ott 2001
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Da: milano (MI)
Inviato: 09-10-2006 21:32  
quote:
In data 2006-10-09 18:20, AlZayd scrive:
Voglio leggere le parole novelle dei forumisti.




Ti accontento volentieri.
Se prendiamo come esempio Full Metal Jacket e in particolare la prima parte del film, l'addestramento dei marines a Parris Island, le sequenze presentate sono sicuramente cariche di significati - le allusioni e le metafore sessuali si sprecano, l'annullamento della personalità dei marines è narrato magnificamente , a cominciare da quelle teste rasate in apertura, che preannunciano un imminente lavaggio del cervello da parte dello spietato sergente Hartman. Anche la scena finale dell'omicidio-suicidio di Palla di Lardo riassume benissimo il discorso portato avanti da Kubrick in questa parte del film: un ambiente asettico viene finalmente sporcato dalle chiazze di sangue che sprizzano dal cervello di Leonard ,che si mette in bocca il suo (cazzo)fucile e si accascia sulla tazza del cesso, il più vicino possibile alla merda, in un bagno che alla porta di ingresso recita la scritta "head", ossia testa (cervello). Lo stesso Hartman entrando strilla: ma cos'è mai questo, un cinematografo?- anche qui, altra metafora.

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Quilty

Reg.: 10 Ott 2001
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Da: milano (MI)
Inviato: 09-10-2006 21:33  
Il "problema" di Kubrick non è quello di ricercare messaggi o significati nella sua opera: ne puoi raccogliere fin che vuoi, e i suoi film sono rari esempi di approfondimento di grandi tematiche e credo che nessuno riesca a raggiungere i suoi livelli di maestria.

Il punto è che tutti questi messaggi non vengono narrati allo spettatore attraverso la costruzione visiva delle immagini , delle inquadrature, del montaggio, dei movimenti di macchina: questo linguaggio (direi fondamentale visto che parliamo di cinema) scarseggia; la costruzione della scena e i suoi significati avvengono per accumulazione di segnali che sono già contenuti nell'immagine stessa, o per usare le parole del nostro amatissimo critico, "la struttura procede per quadri scenici" dove tutto vi è già contenuto.

Le carrellate incessanti che riprendono il sergente nei suoi turpiloqui hanno la funzione di inchiodare lo spettatore alla sedia ma non aggiungono alcun significato alla scena. Durante tutto l'addestramento si nota una evidente frontalità delle immagini e la macchina da presa non va mai a rilevare nulla che già non sappiamo e che ci è stato fornito direttamente all'interno dell'immagine stessa.
Quando ad esempio il sergente ispeziona la pulizia delle sue reclute, una carrellata verticale accompagna la verifica di Hartman verso la figura di Palla di Lardo (gli verrà scoperto un dolce all'interno della sua cassetta degli oggetti personali). La mdp poi stacca e riprende Hartman di lato a mezzo busto , i corpi dei marines in primo piano e un movimento di macchina che avvicina il sergente a Palla e si ferma a osservare la sua cassetta con il lucchetto aperto. Anche qui la cinepresa non suggerisce nulla ma segue gli eventi: se si voleva ottenere un effetto diegetico sarebbe bastato inquadrare Palla,poi il lucchetto con un particolare , poi mostrare la carrellata all'indietro del sergente che avanza. Si sarebbe suggerito allo spettatore l'idea che Palla sta per passare guai seri. Al contrario questo tipo di narrazione voluta da Kubrick rende tutto molto piatto e lo spettatore è passivo davanti agli eventi a lui narrati.

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Quilty

Reg.: 10 Ott 2001
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Da: milano (MI)
Inviato: 09-10-2006 21:34  
Sputtanato nuovamente davanti a tutti, Palla di Lardo mangerà il suo dolciume mentre il sergente annuncia un cambio di tattica: ogni volta che farà una cazzata pagheranno tutti, tranne lui.
La scena successiva ci mostra questo concetto: con un movimento di macchina laterale vengono inquadrati i marines mentre eseguono la punizione collettiva. La mdp si sposta lentamente poi fino a scoprire Palla seduto comodamente con il dito in bocca (la regressione infantile è un altro tema del film). Anche in questo caso questo espediente nulla aggiunge a ciò che già sapevamo.

La narrazione procede quindi senza che gli strumenti del cinema ce la raccontino, ma piuttosto attraverso una costruzione perfetta della sceneggiatura (dialoghi, scenografie, recitazione corale dei marines e del sergente ). Dove sarebbe quindi il merito della regia?
Sono solamente pochi gli spunti di rilievo.

Palla di Lardo è ormai esasperato e ha contro tutti i suoi compagni, e la cinepresa per due volte si avvicina con uno zoom fino a un primo piano del suo volto sconvolto,partendo da un campo medio . Questo è un vero uso semantico della mdp: indica che la recluta in questione è arrivata ormai al limite e al punto di rottura, e le inquadrature anticipano quello che sarà il tragico finale della vicenda.
Per riassumere , manca il linguaggio del cinema, compensato da una costruzione perfetta della sceneggiatura. Il risultato mi piace lo stesso, tuttavia non si può negare che almeno in questo caso le accuse mosse da Marienbad siano giuste.

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AlZayd

Reg.: 30 Ott 2003
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Da: roma (RM)
Inviato: 09-10-2006 22:17  
quote:
In data 2006-10-09 21:32, Quilty scrive:
quote:
In data 2006-10-09 18:20, AlZayd scrive:
Voglio leggere le parole novelle dei forumisti.




Ti accontento volentieri.
Se prendiamo come esempio Full Metal Jacket e in particolare la prima parte del film, l'addestramento dei marines a Parris Island, le sequenze presentate sono sicuramente cariche di significati - le allusioni e le metafore sessuali si sprecano, l'annullamento della personalità dei marines è narrato magnificamente , a cominciare da quelle teste rasate in apertura, che preannunciano un imminente lavaggio del cervello da parte dello spietato sergente Hartman. Anche la scena finale dell'omicidio-suicidio di Palla di Lardo riassume benissimo il discorso portato avanti da Kubrick in questa parte del film: un ambiente asettico viene finalmente sporcato dalle chiazze di sangue che sprizzano dal cervello di Leonard ,che si mette in bocca il suo (cazzo)fucile e si accascia sulla tazza del cesso, il più vicino possibile alla merda, in un bagno che alla porta di ingresso recita la scritta "head", ossia testa (cervello). Lo stesso Hartman entrando strilla: ma cos'è mai questo, un cinematografo?- anche qui, altra metafora.




Fin qui è sinossi mascherata da "analisi", lo sapevamo già, niente di nuovo. Non mi sento accontentato...

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AlZayd

Reg.: 30 Ott 2003
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Da: roma (RM)
Inviato: 09-10-2006 22:24  
quote:
In data 2006-10-09 21:34, Quilty scrive:
Questo è un vero uso semantico della mdp: indica che la recluta in questione è arrivata ormai al limite e al punto di rottura, e le inquadrature anticipano quello che sarà il tragico finale della vicenda.
Per riassumere , manca il linguaggio del cinema, compensato da una costruzione perfetta della sceneggiatura. Il risultato mi piace lo stesso, tuttavia non si può negare che almeno in questo caso le accuse mosse da Marienbad siano giuste.




Proseguendo, non senza fatica si giunge al fine.., e questa conclusione, che fa volare il cappello al completo, è una contraddizione in termini. Se "questo" è un vero uso semantico della mdp che indica... ecc, perchè mancherebbe il linguaggio del cinema, in quella sequenza e nel cinema di K. in generale? La macchina da presa E' il linguaggio del cinema, la sua "voce", crea l'immagine in movimento, ovvero la "fotogenia cinetica", aridunque il linguaggio, non la sceneggiatura...
Esto es un emorme cacao mental; qui mi sa - come supposto - che il "critico" non analizza, ma ha solo la presunzione di complicare le cose, di dire come secondo lui si sarebbe dovuto realizzare il film. A dar troppo peso alle "tecniche" si finisce per perderre di vista il linguaggio che è un'altra cosa, quantunque correlate a questo, dove tuttavia la tecnica è al servizio del linguaggio e non viceversa. Il particolarissimo linguaggio di Kubrick (che racchiude in se delle tecniche, come ogni opara d'arte) arriva allo spettatore - investendolo nella doppia sfera dell'inconscio e della coscienza - che se ne frega giustamente delle tecniche. Vatti a ricordare dove ne parlammo, in questo forum...
Non seguii a suo tempo la discussione, quindi non so cosa disse Marien. Se mi vien voglia di leggerla, magari le rispondo direttamente in loco. Questa discussione è nata all'insegna della noia e nella noia finirà, a meno che...

_________________
"Bisogna prendere il veleno come veleno e il cinema come cinema" L. Buñuel



[ Questo messaggio è stato modificato da: AlZayd il 09-10-2006 alle 22:32 ]

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